Scherzo, trasgressione, desiderio di anonimato, fuga dalla realtà erano gli ingredienti fondamentali del carnevale veneziano del Settecento. Un modo per esorcizzare la precarietà dell’esistenza, affogando la tristezza del presente nella scriteriata ricerca del piacere a tutti i costi; un modo per nascondere dietro un tenue diaframma di cartapesta le miserie di un mondo lascivo e libertino, in cui famiglie, appartenenti a gloriose e millenarie casate, andavano in rovina insieme agli aviti patrimoni. Casanova docet e gli ultimi parrucconi, attempati censori e stanchi magistrati assistevano impotenti allo sfacelo della Dominante, ormai mollemente adagiata solo sulle sue passate glorie. La maschera dunque era assurta a necessità unica e impellente ed è propria questa storia che ora ci accingiamo a raccontare.