Angeli nel cielo di Auschwitz

Visconti Federico
ISBN
978-88-6869-209-4
Pagine
168
Misure
13,5x21

Dopo il successo dell’esordio con Zara l’ultima estate (2018) Visconti si ripresenta sugli scaffali con un secondo lavoro, sempre con una vicenda ambientata nel secondo conflitto mondiale ma dall’atmosfera assai diversa e su di un argomento, la Shoah, di per sé arduo da affrontare e che ha già prodotto una letteratura copiosissima e di alto livello, tale da scoraggiare nuove “incursioni” sull’argomento. Ma l’autore ci spiega, con le toccanti parole della postfazione, di aver sentito la necessità di portare il proprio contributo alla ormazione dell’unico possibile sistema immunitario contro le atrocità di quell’immane genocidio: tener vivo il ricordo di ciė che fu e che non dovrà mai più ripetersi.

La struttura del lavoro è simile a quella di Zara ed è costituita dalla narrazione di una vicenda frutto della fantasia dell’autore calata in un contesto reale, quello del campo di

lavoro di Monowitz (dove fu internato Primo Levi), che faceva parte del comprensorio di Auschwitz. Qui non c’è posto, ovviamente, per gli slanci lirici o per i momenti di spensierata e giovanile gaiezza che troviamo in Zara. In Angeli, per contro, Visconti costruisce una trama avvincente ma confinata nell’angusto spazio del campo di lavoro, la cui atmosfera risulta quasi “schiacciata” da una quotidianità fatta di sofferenza e di morte. L’Autore si sofferma a lungo, a più riprese, sul divenire della lacerazione psicologica, delle titubanze, dei confronti serrati tra le due giovani protagoniste in ordine alle domande che da sempre si è posto l’uomo sull’esistenza di una vita post mortem. Il pathos cresce di capitolo in capitolo sino all’epilogo a sorpresa che non mancherà di commuovere il lettore.