Burne-Jones e Venezia
”Burne-Jones e Venezia” di Michela Luce ci offre un viaggio nella Bellezza, un’avventura estetica elettrizzante, avvincente, totalmente coinvolgente, ci fa vivere un’esperienza che non si conclude di fronte ai quadri di questo grande pittore inglese dell’Ottocento, poiché sono proprio le sue opere che suggeriscono spazi “altri” dove perdersi: emozioni che si arricchiscono attraverso gli occhi, li saturano di colori opulenti, di linee eleganti, di forme perfette che si completano con la mente. Sbarcato in Laguna la prima volta per studiare e divertirsi, Edward Burne-Jones rimase stregato dalla città e dalle opere dei suoi pittori. Tornò a Venezia per perfezionare la sua arte, assimilandone gli insegnamenti, la esaltò pubblicamente per salvaguardarla, ne utilizzò le magie iridescenti, frutto di tecnica millenaria, vi prestò alcuni suoi lavori per promuoverla, la rilesse tra le righe di un sapere antico, trovandovi nuova linfa per sognare. Con questo libro Michela Luce si augura che quella Venezia per cui Burne-Jones si attivò, prodigandosi in prima persona, possa accoglierne le opere in un proficuo dialogo capace di avviare un confronto di Bellezza senza tempo.
Edward Burne-Jones (1833-1898) giunse per la prima volta a Venezia appena ventiseienne e per lui, nato a Birmingham e cresciuto nel grigiore inglese delle città industrializzate di pieno Ottocento, l’impatto emotivo con gli affascinanti monumenti gotico-rinascimentali affioranti dalle acque della Laguna gli provocò inevitabilmente un’entusiastica esaltazione. A farlo approdare in Laguna furono ragioni puramente artistiche e formative suggerite dal suo mentore d’eccezione, John Ruskin, che l’aveva scoperto, ne aveva colto le potenzialità e riteneva che andassero coltivate. Ruskin puntò a perfezionarne la tecnica attraverso lo studio dei maestri del passato e Burne-Jones, che all’epoca era stato rapito dal fascino del Medioevo, si rivelò ricettivo ai suoi insegnamenti e accolse il suggerimento di recarsi in Italia per affinare il disegno allo scopo di affrancarsi da condizionamenti stilistici che lo avrebbero portato a una pittura approssimativa volta a dare libero sfogo solo all’improvvisazione pittorica. A Venezia l'entusiasmo della scoperta, il fascino della novità, il divertimento di andare ogni giorno a fare colazione nella grande Piazza, davanti al Palazzo Ducale e alla Chiesa, il poter ammirare “case e palazzi costruiti sull'acqua e gondole al posto delle carrozze” portarono il giovane Edward a disegnare e prendere appunti ovunque andasse. Assorbendo con ogni senso quello che trovava e vedeva, restando “contaminato” dalla Bellezza della città e della sua arte. Si immerse nella sua cultura cosmopolita e “globale” partendo dai suoi monumenti, passando per i suoi maestri, arrivando alle sue istituzioni. Venne folgorato dal Carpaccio, facendolo scoprire al suo maestro, raffinò la sua mano davanti al Tintoretto, fu incantato e ispirato dai bagliori sfavillanti dei mosaici di San Marco e Torcello, contribuì al successo della prima Biennale. Ciò che la sua arte ha dimostrato è quanto da questa fonte inesauribile sia stato capace di attingere non come mero spettatore, ma quale creativo Pigmalione, trasformandola in vitale personificazione di Bellezza eterna e universale.
Michela Luce, nata a Venezia e laureata in Lettere con indirizzo artistico all'Università Ca’ Foscari, è appassionata d'arte da sempre e giornalista dal 1992. Cresciuta in un ambiente legato al mondo del collezionismo e del mercato, ha collaborato, in qualità di critica d'arte con le pagine culturali di varie testate giornalistiche: i quotidiani la Nuova Venezia, il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, la Nuova Vicenza; riviste di settore quali Arte, Arte & Cronaca, Kyoss. È corrispondente da Venezia della Gazzetta di Parma. Collabora con il blog di arte contemporanea Collezione da Tiffany. Ha operato negli uffici stampa di Palazzo Grassi e della Biennale di Venezia, nei settori di Cinema, Teatro, Architettura e Arti Visive, occupandosi di comunicazione e didattica. Dal 1996 gestisce la Galleria Luce Arte Moderna, inaugurata nel 1983 a fianco del Teatro La Fenice, curandone l'aspetto espositivo, di comunicazione e allestimento.